venerdì 30 novembre 2007

La paura del "DIVERSO"


In Italia puoi uccidere un gay e dopo due giorni sei di nuovo a casa, anche se l’uomo che hai ucciso è tuo figlio e dunque cè pure la terribile aggravante del legame familiare. È quello che è successo a Monza, dove Flavio Vescovini, 57enne in pensione, ha ucciso con 12 colpi di revolver il figlio Gabriele di 29 anni. Lo ha inseguito per tutta la casa, lo ha raggiunto in bagno, gli ha sparato nella doccia..Dopo due giorni, nonostante una richiesta di custodia cautelare avanzata dal pm, il gip ha deciso di scarcerarlo perché non è più pericoloso (forse il giudice ha pensato che ha altri figli, ma probabilmente non sono omosessuali. ..da qui la non pericolosità...)
L’assassinio risale a domenica e in un primo momento sembrava che il padre avesse ucciso il figlio per liberare la famiglia da un incubo, si parlava di “figlio malato”, “difficile”, tanto che a leggere certi giornali sembrava quasi che la vittima di tutta la vicenda fosse “il povero padre”. Eppure da subito era emerso che il giovane non aveva mai aggredito fisicamente i genitori...
Adesso gli psicologi e i medici che avevano avuto in cura il ragazzo hanno chiarito che per lui erano stati esclusi problemi psichiatrici: l’unico conflitto derivava dal rapporto difficile con il padre, cui Gabriele non riusciva a rivelare la propria omosessualità. Omofobia subita oppure omofobia interiorizzata..chissà.Nel raccontare il delitto, Flavio Vescovini ha fatto l'elenco di cose, comportamenti e abitudini che non aveva digerito e men che meno metabolizzato: per dire, a settembre, Gabriele, dopo un periodo di lavoro negli Stati Uniti per la Disney, era rimpatriato "e io avevo dovuto saldare con il Consolato italiano le spese per il viaggio". Motivi veri? O frasi per spiegare, addirittura legittimarsi, finanche cercare comprensione per un raptus esploso su quella parola — omosessualità — che, dal rientro dall'America, aveva ricominciato ad ascoltare e che Gabriele, con ostinazione e disperazione, gli ripeteva?Forse nn lo sapremo mai...
Per domani, l'Arcigay vuole organizzare un sit-in di protesta fuori dal Tribunale di Monza. ..servirà a sensibilizzare l' opinione di tutti quelli che, in fondo, la pensano come il padre del ragazzo?...Altro che “malato” o “difficile”: Gabriele purtroppo non riusciva a vivere la propria vita serenamente...quello che mi chiedo è perché tornasse a casa dai genitori e non se ne andasse a vivere per conto proprio, libero da ogni gretto e meschino condizionamento...
Se poi penso che adesso per di più l’assassino è stato scarcerato...e che la moglie (nonchè madre di Gabriele) se lè pure ripreso in casa...Come dicono alcuni? Meglio morto che frocio. Ecco…

2 commenti:

Anonimo ha detto...

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Undo ha detto...

Sono arrivata qui googlando "paura del diverso"... e oltre a te ho trovato anche questo
http://it.wikipedia.org/wiki/Xenofobia
che mi sembra spieghi benissimo il concetto.
Solo gli stupidi non cercano il diverso, solo gli insicuri che preferiscono guardarsi allo specchio parlando con propri "simili" piuttosto che confrontarsi con chi li può mettere di fronte a nuove idee, nuove strade, nuovi pensieri...
Saluti
Flavia
http://undo.ilcannocchiale.it